lunedì 30 novembre 2009

Si sente male in casa a Parigi La salva l'amico in chat a Torino

Attraverso il 118 attiva in mezz'ora i soccorsi dall'Italia alla Francia

MARCO ACCOSSATO

TORINO

Internet e la Rete possono trasformarsi in una minaccia. Comunicare online può nascondere una trappola. Ma una videochat può anche salvare una vita a centinaia di chilometri di distanza. E’ successo pochi giorni fa, tra Torino e Parigi. E’ successo di sera, nel cuore di una conversazione forse troppo animata tra due amici lontani: partita da concetti filosofici, è finita in pronto soccorso. E’ successo tutto in mezz’ora, e ha coinvolto la centrale operativa del «118» di Torino, il Soccorso Alpino italiano, quello francese, i vigili del fuoco e i medici parigini del Samu, l’emergenza sanitaria d’Oltralpe. Una donna improvvisamente sparita da una chat ha fatto scattare un allarme internazionale che in appena trenta minuti, da un alloggio di via San Donato, ha guidato i soccorsi nell’appartamento di Giovanna Di Giorgio, Rue de Fizeau, Parigi.

Andrea Vigna era da questa parte del video. Ricorda ogni secondo di quella mezz’ora: «Io e Giovanna siamo amici da tempo; quando possiamo, la sera, ci colleghiamo e stiamo anche diverse ore in contatto». Laureato in Filosofia e in Architettura, Andrea è un amico di Facebook: parla di arte e poesia. E della sua passione, la filosofia. «Mercoledì sera - prosegue - con Giovanna comunicavo sia su Facebook sia attraverso Messanger, due finestre sullo schermo una accanto all’altra». Dopo tre ore, all’improvviso, in chat compare un messaggio incomprensibile, una serie illogica e infinita di lettere, «come se qualcuno si fosse appoggiato senza rendersi conto alla tastiera del pc e non si sollevasse».

Giovanna non è più in video, ma il collegamento chat è ancora attivo: «Non l’aveva mai fatto, non aveva mai lasciato la chat senza salutare. Per fortuna mi sono ricordato che, appena collegati, si era lamentata di aver avuto tutto il giorno un fortissimo mal di testa». Andrea teme per quello che può essere accaduto, pensa al peggio. Prova a contattare Giovanna, che non risponde. Messaggio online, nessuna risposta. Insiste. Nulla. Prende il cellulare e compone il numero dell’alloggio di Parigi dove l’amica vive con due figlie, quella sera fuori casa. Anche il telefono squilla a vuoto.

Sergio Riolfo, infermiere professionale, è di turno alla centrale del 118 di Torino: «Erano passate da poco le 21,30 - ricorda - ho ricevuto la chiamata di un uomo che chiedeva aiuto per un’amica a Parigi. Mi ha accennato al mal di testa della donna, ho capito che bisognava attivare immediatamente i soccorsi in Francia. Ho chiamato il medico di centrale, gli ho spiegato la situazione». Non un istante da perdere. In meno di dieci minuti l’indirizzo di casa della donna viene segnalato al Soccorso Alpino, col quale il 118 piemontese collabora quotidianamente per gli interventi in montagna.

L’Sos attraversa le Alpi, non si ferma, è trasmesso fino a Parigi dove fa scattare l’intervento dei pompieri e dell’ambulanza più vicina a Rue de Fizeau. «Quando ho riaperto gli occhi - racconta Giovanna Di Giorgio - attorno a me c’era un medico, barellieri, e vigili del fuoco. Non capivo perché, ero stordita, non ricordavo nulla». Lei era a terra, svenuta da diversi minuti, quando i pompieri hanno sfondato la porta: grazie alla chat, alla prontezza di un amico e a un allarme internazionale ha scoperto di avere un disturbo al cuore per il quale adesso è in cura.

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