lunedì 30 novembre 2009

D'Alema chatta su FaceCool

FaceBook è acqua passata. Ora c’è FaceCool, il social network per i politici che ci mettono la faccia. Guardate il profilo di D’Alema su FaceCool: scoprirete che ha fatto il test «Quale favola ti rappresenta» e ha ascoltato gli ultimi consigli di Rondolino per rifarsi il look. FaceCool, a cura di Eva Macali, è un’esclusiva di Virus, il portale di satira de l’Unità, dove questa settimana trovate anche laiCAL, il calendario laico (e animato) con i laici al posto dei santi disegnato da Fabio Magnasciutti. Per scoprire chi è il laico di oggi, basta cliccare sulla porta di legno nella sezione VirusAnime.

Se invece vi siete persi i talk show della settimana e temete di fare brutta figura in società niente paura: Simone Salis li riassume per voi in VpV – Visti Per Voi, un video di pochi ma terrificanti minuti dove Daniela Santanché e La Russa brandiscono il Crocifisso e dove vedrete per la prima volta in funzione una vera fabbrica dell’odio.

Se poi volete migliorare l’inglese e confrontarvi con lo straniero, partendo dallo svantaggio di essere italiano, seguite il corso video di Stefano Pisani: CIA, Corso di Inglese da Autodifesa. Nella sezione video, trovate le nuove puntate di Breaking Jokes, notiziario semiserio ma più serio del Tg1, e FotoCamera, il videoromanzo girato nella Camera dei Deputati, tutti e due a cura di Silvio di Giorgio.

Nella sezione Gadget vi aspetta il generatore automatico di risposte di Berlusconi alle domande di Bruno Vespa (cliccate per ottenere ogni volta nuove risposte, tutte autentiche come quelle che ha fornito il premier) e il Berluscomatic, la bambola parlante di Berlusconi, a cura di Alessandro «Metilparaben» Capriccioli e Gilvia Rollo.

Infine, su Virus via spettano le vignette di Staino, Maramotti e Petrella e le strisce da stampare e ritagliare, come il segnalibro a forma di lingua di Bruno Vespa disegnato da Natangelo. Le altre nuove strisce sono di Biani, Maramotti, Vukic, Schietroma, Artefatti, lo Scorpione e Matteo Bertelli.

La sezione YourVirus ospita le vignette dei lettori: cliccando sono visibili tutte. Ne riceviamo a centinaia e ogni domenica su l’Unità pubblichiamo le migliori cinque insieme alle 3 battute più belle inviate alla mail yourvirus@unita.it. Per lasciare un vostro commento c’è il Blog e per seguire Virus anche su FaceBook e Twitter c’è il link. Divertitevi come Berlusconi in posa per una foto ufficiale.

Si sente male in casa a Parigi La salva l'amico in chat a Torino

Attraverso il 118 attiva in mezz'ora i soccorsi dall'Italia alla Francia

MARCO ACCOSSATO

TORINO

Internet e la Rete possono trasformarsi in una minaccia. Comunicare online può nascondere una trappola. Ma una videochat può anche salvare una vita a centinaia di chilometri di distanza. E’ successo pochi giorni fa, tra Torino e Parigi. E’ successo di sera, nel cuore di una conversazione forse troppo animata tra due amici lontani: partita da concetti filosofici, è finita in pronto soccorso. E’ successo tutto in mezz’ora, e ha coinvolto la centrale operativa del «118» di Torino, il Soccorso Alpino italiano, quello francese, i vigili del fuoco e i medici parigini del Samu, l’emergenza sanitaria d’Oltralpe. Una donna improvvisamente sparita da una chat ha fatto scattare un allarme internazionale che in appena trenta minuti, da un alloggio di via San Donato, ha guidato i soccorsi nell’appartamento di Giovanna Di Giorgio, Rue de Fizeau, Parigi.

Andrea Vigna era da questa parte del video. Ricorda ogni secondo di quella mezz’ora: «Io e Giovanna siamo amici da tempo; quando possiamo, la sera, ci colleghiamo e stiamo anche diverse ore in contatto». Laureato in Filosofia e in Architettura, Andrea è un amico di Facebook: parla di arte e poesia. E della sua passione, la filosofia. «Mercoledì sera - prosegue - con Giovanna comunicavo sia su Facebook sia attraverso Messanger, due finestre sullo schermo una accanto all’altra». Dopo tre ore, all’improvviso, in chat compare un messaggio incomprensibile, una serie illogica e infinita di lettere, «come se qualcuno si fosse appoggiato senza rendersi conto alla tastiera del pc e non si sollevasse».

Giovanna non è più in video, ma il collegamento chat è ancora attivo: «Non l’aveva mai fatto, non aveva mai lasciato la chat senza salutare. Per fortuna mi sono ricordato che, appena collegati, si era lamentata di aver avuto tutto il giorno un fortissimo mal di testa». Andrea teme per quello che può essere accaduto, pensa al peggio. Prova a contattare Giovanna, che non risponde. Messaggio online, nessuna risposta. Insiste. Nulla. Prende il cellulare e compone il numero dell’alloggio di Parigi dove l’amica vive con due figlie, quella sera fuori casa. Anche il telefono squilla a vuoto.

Sergio Riolfo, infermiere professionale, è di turno alla centrale del 118 di Torino: «Erano passate da poco le 21,30 - ricorda - ho ricevuto la chiamata di un uomo che chiedeva aiuto per un’amica a Parigi. Mi ha accennato al mal di testa della donna, ho capito che bisognava attivare immediatamente i soccorsi in Francia. Ho chiamato il medico di centrale, gli ho spiegato la situazione». Non un istante da perdere. In meno di dieci minuti l’indirizzo di casa della donna viene segnalato al Soccorso Alpino, col quale il 118 piemontese collabora quotidianamente per gli interventi in montagna.

L’Sos attraversa le Alpi, non si ferma, è trasmesso fino a Parigi dove fa scattare l’intervento dei pompieri e dell’ambulanza più vicina a Rue de Fizeau. «Quando ho riaperto gli occhi - racconta Giovanna Di Giorgio - attorno a me c’era un medico, barellieri, e vigili del fuoco. Non capivo perché, ero stordita, non ricordavo nulla». Lei era a terra, svenuta da diversi minuti, quando i pompieri hanno sfondato la porta: grazie alla chat, alla prontezza di un amico e a un allarme internazionale ha scoperto di avere un disturbo al cuore per il quale adesso è in cura.

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domenica 22 novembre 2009

Nuova WebChat Trust per CHATTARE

Un look sempre diverso sul Web con la MultiCover Chat Webcam di Trust


La nuova MultiCover Chat Webcam di Trust è dotata di 3 mascherine intercambiabili in 3 diversi colori, che potrai scegliere in base al tuo umore!


Volete dare alla webcam il tuo stile personale grazie alle 3 mascherine intercambiabili in dotazione con la MultiCover Chat Webcam, si possono sceglierein 3 colori fashion (blu cielo, rosa pastello e grigio perla) che vi permetteranno di esprimere la vostra personalità durante le chat su Messenger!


Questa elegante webcam dispone di una elevata risoluzione hardware (640×480), di una risoluzione snapshot da 1,3 megapixel e di una qualità di registrazione video VGA da 640×480 pixel.
quindi la webcam ideale per programmi come Live Messenger, MSN Messenger, Skype o altre applicazioni di messaggistica istantanea, dotata anche dello zoom digitale 2x e della tecnologia di tracciamento del volto per
mantenere l’immagine sempre a fuoco al centro.
Tramite il pulsante snapshot si possono mmortalare le videoconferenze in una serie di scatti, mentre le parole
verranno sentite chiaramente grazie al microfono integrato.



Mourinho in CHAT

Si rinnova l'appuntamento in prima serata con José Mourinho che a partire dalle ore 21.00, in esclusiva su Inter Channel, ha risposto a tutte le domande dei tifosi nerazzurri.


www.inter.it vi propone le dichiarazioni integrali rilasciate dall'allenatore portoghese:


Mourinho: ci ritroviamo dopo un mese, come va? 
"Bene, grazie".


Prima di iniziare diamo un dato: quando ci siamo visti l'ultima volta in questo studio, l'Inter era prima in classifica a pari punti con la Sampdoria, adesse è sempre prima a 5 punti di vantaggio sulla seconda classificata. In Champions, eraamo terzi a meno 2 dalla vetta, adesso siamo primi a più 1 sulla seconda. È stato un bel mese... 
"Sì, un bel mese. Vedremo adesso che cosa accadrà".


La scorsa settimana il quotidiano inglese "The Times" ha scritto che Mourinho tornerà presto al comando di una squadra inglese, il Manchester United per esempio.. 
"Gli inglesi sono bravi in giochi di parole di questo tipo. Quello che mi è dispiaciuto è che io non ho mai rilasciato un'intervista a quel giornale, ma ho parlato con un giornalista che sta scrivendo un libro sulla carriera di Sir Alex Ferguson. Pensavo di parlare per un suo libro, ho detto quello che divo sempre e cioè che ho una passione per il calcio inglese, ma ho sempre parlato di Ferguson, sempre. Dopo, alla fine, qualche giorno dopo, quel colloquio è stato trasformata in una vera e propria intervista, su un giornale inglese molto importante, ma non c'è storia". 

Ha detto che Ferguson è un'eccezione nel panorama degli allenatori perchè è da tanti anni alla guida di una stessa squadra. Perchè non potrebbe essere Mourinho l'eccezione per l'Inter?


 "Perchè noi non siamo così, siamo diversi, siamo latini e non abbiamo questa capacità di crederci anche nei momenti difficili così come invece ha fatto Ferguson nel Manchester. Quando è arrivato non ha vinto per due o tre anni, poi è capitato anche dopo poi, dal 2004 al 2006, è arrivato il mio Chelsea, e lo United non ha vinto neanche una coppa, eppure gli inglesi hanno una mentalità che è in grado di credere e dire che un allenatore è bravo, che occorre aver pazienza perché i risultati arriveranno. Anche la stampa rispetta il passato di un allenatore e quello che ha fatto di importante e un allenatore in questo modo può sopravvivere ai momenti difficili. Noi non siamo così e con noi intendo italiani, spagnoli, portoghese, Sudamericani. Noi, quando arriva un momento difficile, dimentichiamo quanto l'allenatore ha vinto e se c'è una stagione che trascorre non vincendo, la tendenza naturale è quella i cambiare. L'Inghilterra è veramente un'eccezione".


Crede che l'Inter si qualificherà agli ottavi di Champions League già a Barcellona o, nella gara successiva, in casa con il Rubin Kazan? 
"Credo l'Inter si qualificherà nella prima delle gare che ci aspetta, l'avevo già detto prima di Kiev quando mancava ancora più tempo, ma continuo consapevole della difficoltà incredibile del nostro girone, diverso da tutti gli altri. Abbiamo bisogno di 3 punti per qualificarci, credo 4 per chiudere il girone per primi'.


Conterebbe tanto chiudere il girone di qualificazione al primo posto? 


"Non lo so, veramente. Ad esempio credo che il Milan si qualifichi come al primo posto e il Real Madrid conseguentemente al secondo e un'altra squadra classificatasi al primo posto dovrà affrontare gli spagnoli, o ci sarà anche una prima squadra che giocherà contro la seconda classificata del girone dell'Arsenal nel quale ci saranno l'Olympiacos, lo Standard Liegi e l'Akmar e ancora arriverà un secondo che giocherà contro Chelsea e Ynited e un secondo che affronterà il Siviglia. È una situazione nella quale, considerata la qualità delle squadra che si affrontano, è molto difficile dire se è meglio chiudere il girone al primo o al secondo posto. Fondamentalmente ciò che conta davvero è qualificarsi perché siamo tutti in grande difficoltà".


È andato come Mourinho si aspettava questo girone? 
"È ovvio che mi aspettavo di vincere in casa con la Dinamo Kiev o a Kazan, ma se si pensa al fatto che a Kazan abbiamo un grande risultato giocando in 10 uomini e che contro la Dinamo, in funzione della caratteristica dell'avversario che in contropiede è bravissimo, non abbiamo fatto un cattivo risultato, si pensa alla difficoltà del girone. In questo momento c'è una situazione incredibile perché tutte le squadre possono terminare il girone al primo posto o all'ultimo".


Che cosa dovrebbero fare i tifosi nerazzurri, la società, la stampa e in generale questo Paese per convincere Mourinho a diventare il Ferguson dell'Inter?


 "Non si tratta di convincere, ho firmato un contratto con l'Inter per altri 3 anni, il problema è la nostra cultura. In questo momento c'è un empatia molto forte tra me e i tifosi, credo sia facile capire come vivo il mio lavoro all'Inter e anche per me facile capire il tipo di rapporto che ho con i tifosi. Ma voi credete sia possibile che se io non vinco per due anni consecutivi qualcosa qui all'Inter, il rapporto con i tifosi sarebbe uguale? Quando un allenatore resta per così tanti anno consecutivi alla guida della stessa squadra è normale che il momento difficile prima o poi arrivi. Guardiamo Arsene Wenger che adesso sta attraversando un momento difficile con l'Arsenal eppure è ancora su quella panchina, nonostante dal 2004 al 2010 non abbia vinto niente. Eppure non si dice nulla di lui, se non che è un grande allenatore e che il suo lavoro continua. Noi non siamo così, non è una questione di convincere, è una questione di mentalità e di cultura e in questa cultura è importante pensare a quello che accade oggi e a quello di domani, no al quello che accade tra 10 o 15 anni.. Io oggi sto bene e, se il club è soddisfatto del mio lavoro se tra me e i tifosi c'è questa empatia possiamo pensare positivo".


Quanto le dispiace non aver potuto conoscere Giacinto Facchetti? Che idea si è fatto di lui?
 
"È davvero fantastico perchè non ho mai avuto modo di conoscerlo, ma è come se lo conoscessi perchè vivo da un anno e mezzo in un ambiente nel quale di parla così tanto di lui che è come se lui fosse qui, sempre. Sono tante le persone che sono innamorate di quest'uomo e di quello che ha fatto nell'Inter che è come se lo conoscessi. Conosco i suoi figli, due ragazzi fantastici, ma non ho mai conosciuto il padre, ma ripeto è come se lo conoscessi e se è ancora come se Giacinto fosse qui significa che è stata davvero una persona fantastica".


Che cosa pensa di Coutinho? Crede si un giocatore già pronto alla prima squadra? 
"È stato qui lo scorso anno ed era ancora un bambino, con delle qualità fantastiche da tipico giocatore brasiliano e da tipico numero 10: un calciatore con originalità e magia nel suoi gioco che però è ancora un bambino. Noi sappiamo come è l'evoluzione di questo tipo di giocatori giovani perché con 15 anni sono dei bambini, mentre qualcuno con 16 anni ha già un fisico e una mentalità completamente diversa. Occorre controllare l'evoluzione del ragazzo, farlo arrivare qui il più presto possibile perché credo che l'adattamento al calcio europeo sia molto importante, così come è accaduto a Pato. Però, ripeto, è un ragazzo con tantissimo talento'.


Mourinho ha preferito Sneijder a Diego perchè l'olandese può giocare anche a centrocampo? 
"Non è una cosa completamente inesatta. Sneijder è un giocatore con una multifunzionalità tattica che gli permette di giocare in più ruoli e sistemi, giocare anche come uno dei tre attaccanti o con due giocatori a centrocampo, ma non ci è mai posto il problema della scelta. Sono entrambi due giocatori molto bravi, ma Sneijder è sempre stata la nostra prima opzione".


Ha mai preso in considerazione l'idea di avanzare Maicon a centrocampo? Potrebbe diventare un'ala molto pericolosa... 
"Non sono d'accordo. Se parte da dietro è più imprevedibile e poi si tratta di due situazioni completamente diverse: un giocatore che agisce sulla fascia, un'ala gioca di spalle all'avversario per tante volte e deve saper giocare con la pressione di un avversario che lo disturba da dietro. Un'ala ha un ruolo completamente diversa. Giocare con tre giocatori arretrati e Maicon sulla fascia, senza l'obbligo di difendere come un terzino, quest'idea potrebbe dare maggiore propensione offensiva, ma schierarlo come una vera e propria ala, credo non sia adatto alle sue caratteristiche".


Ma intanto già lo marcano come un'ala... 
'Sì, lui partecipa alla prima fase del gioco venendo da dietro e ricevendo il pallone senza la pressione avversaria, ma è un ruolo completamente diverso'. 

La squadra potrebbe fare un ulteriore salto di qualità se un calciatore del calibro di Amantino Mancini venisse recuperato e si esprimesse come ai tempi nei quali giocava con la Roma... 
"Sono d'accordo. Totalmente d'accordo. Purtroppo, questo livello non è ancora arrivato. Lavora come pochi. La scorsa estate, ho voluto tenerlo in squadra perchè era già praticamente un giocatore dell'Inter, ma un giocatore che mi piaceva tanto e, a dir la verità, avevo già pensato a lui quando allenavo il Chelsea. H avuto qualche difficoltà, poi il cambio di modulo della squadra, che ha disputato una percentuale altissima di partite con il 4-4-2, non lascia molto spazio al suo ruolo. A Livorno ad esempio ha giocato come uno dei due attaccanti e ha fatto il suo lavoro, però fa ancora un po' di fatica ad arrivare al suo livello. Io gli do la mi afiducia, più grande di quella che gli ho dato quando ho voluto che rimanesse qui e, in questo momento, ha disputato già qualche partita da titolare. E aspettiamo la sua evoluzione, chissà, magari adesso con la nascita della sua prima figlia il mese prossimo, magari con questo arrivo porterà la gioia e la motivazione necessaria affinché lui possa fare questo piccolo passo avanti, perché lui è un ragazzo fantastico e merita veramente".


Parliamo del settore giovanile nerazzurro: ha già notato qualche giocatore che potrebbe arrivare presto in prima squadra? Che cosa ne pensa di Denis Alibec?
 
"Con i ragazzi si deve aspettare un po' di tempo, perchè loro sono un po' come un melone: solo quando si assaggi il primo pezzettino di melone, si capisce la vera qualità. Io ho un nome che voglio fare con gioia perchè è esattamente il profilo di giovane che merita che si parli di lui e merita di essere guardato come a un esempio Non parlo di Krhin perchè è già arrivato a un livello diverso, ed ha guadagnato i Mondiali con la Slovenia, ma parlo di Giulio Donati. Parlo di lui perchè ha una passione per il calcio, ma non una passione di parole, perché sono bravi tutti a dire che si è innamorati del calcio, ma la passione, il modo con il quale si allena, il modo in cui vive il calcio, la sua gioia di allenarsi con la prima squadra per magari solo un minuto, la sua concentrazione, il modo con il quale assorbe tutto quello che arriva. Non è un fenomeno, non è un giocatore che quando è nato è stato eletto da Dio come il prossimo Pelè o il prossimo Maradona, ma Dio ha detto semplicemente che questo ragazzo sarà un giocatore di calcio. E lui lo sarò proprio per questo modo di pensare il calcio, è un ragazzo che merita tutto, che arriverà e mi farà un gran piacere, quando sarà il momento farlo esordire in prima squadra. Non si sa se sarà giocatore nell'Inter o se dovrà scendere ad un livello un po' più basso, ma sarà un giocatore di Serie A e sicuramente, attorno a lui, ci sono ragazzi con molto più talento naturale".


Ci sbilanciamo con i nomi?


"No perché quello che conta è la qualità che lui ha".


A chi darebbe il Pallone d'Oro quest'anno? 
"A Xavi. Credo che lui non avrà neanche quello d'argento o di bronzo, perché c'è bisogno di capire il calcio per capire che è un fenomeno. Non è uno che mette il pallone in tasca, che fa gol incredibili, ma che gioca 60 partite alla stagione ed è il migliore in campo su 45 di queste. Non riposa mai, gioca tutti i minuti, si allena a 30 anni come se ne avesse 17, quando io l'ho conosciuto al Barcellona. Poi, a livello sociale non partecipa a quei tipi di eventi che fanno crescere il nome di un giocatore dal punto di vista sociale. Ha vinto tutto, assolutamente tutto, gli manca solo di vincere un campionato del mondo con la sua nazionale. Credo sia un crimine che un ragazzo così termini la sua carriera, tra 3 o 4 anni, senza avere il riconoscimento di un giocatore assolutamente fantastico ".


Che cosa manca a quest'Inter a livello mentale per vincere Campionato, Champions League e Coppa Italia? 
"Per vincere tutte e tre queste competizioni bisogna avere fortuna, io le ho vinte, con fortuna, con una grandissima squadra, perchè conta tanto essere una squadra assolutamente fantastica e passare una stagione assolutamente perfetta: senza infortuni, senza squalifiche, nella quale si arriva a tutti i momenti importanti al top del top. Io ricordo, ad esempio che con il Porto è successo questo: eravamo già qualificati alla 4^ gara del girone, nella 5^ e nella 6^ abbiamo schierato tutti i giocatori con due cartellini ne avessero zero, abbiamo iniziato gli ottavi con giocatori che avevano al massimo un cartellino. Siamo arrivati alla seconda semifinale con 8 giocatori con 3 cartellini e abbiamo giocato la finale senza nessuna squalifica. Ma anche avendo fortuna, è necessario essere una grande squadra e avere una squadra 'gemella' per poter fare un turnover quasi assoluto".


Arjen Robben, se non fosse rimasto vittima di così tanti infortuni, sarebbe stato uno tra i 5 o 6 migliori giocatori al mondo? 
"Lo sarebbe, Robben è un giocatore che in tutti i momenti della stagione, che sono pochi, ma nei quali non è infortunato si può esprimere senza infortuni è assolutamente impressionante'.


Quali sono i tre film preferiti di Mourinho e quali gli attori/attrici? 
"Dirne solo tre è difficile, però ammiro in particolare Anthony Hopkins  e quindi anche il profilo dei film nei quali lui di solito recita diventano i preferiti".


È vero che a Mourinho non piace posare per una foto ricordo con un tifoso? 
"È vero".


Non le piace essere fotografato? 
"No".


Ma sui giornali ci sono spesso delle foto che la ritraggono? 
"Forse sbaglio, ma fuori dal mio mondo professionale, mi piace essere una persona normale. Mi piace passeggiare per strada e vedere che le persone rispettano la mia privacy. Se una persona mi chiede una foto qui al centro sportivo di Appiano, o all'uscita di uno stadio dopo una gara, non dico mai di no. Ma quando sono nel mio spazio extra professionale, mi piace essere uno come gli altri',


Mino Raiola ha dichiarato che Zlatan Ibrahimovic potrebbe ritornare a giocare in Italia. Mourinho lo riprenderebbe all'Inter?


 "Non commento mai le parole dei procuratori perchè quella del procuratore è una figura fuori dal mio ambiente. Riprendere Ibra? Bisogna innanzitutto capire dove vuole arrivare il suo procuratore pronunciando queste parole. Ibra è un giocatore che farà parte della storia dell'Inter, e in quella mia personale di allenatore, e gli augurò tutto ciò che c'è di positivo nel Barcellona".


Oggi, si è sentito dire che Ibra potrebbe non giocare contro l'Inter perchè non sta bene... 
"(ndr.: sorride) Ibra non sta bene per giocare contro l'Inter? ...".


Mourinho crede nella storia che dipinge Mario Balotelli come un tifoso milanista? 
"Secondo me dobbiamo guardare questa storia in un modo positivo e pensare che Pato sia interista (ndr: sorride). È nato nell'Inter del Porto Alegre, è cresciuto lì, ha vinto la coppa del Mondo per club nell'Inter di Porto Alegre. Se Pato è interista perchè Mario non può essere milanista? Scherzi a parte, credo che poteva anche non dirlo e comunque non sarebbe un problema perchè la storia è piena di giocatori o di allenatori che sono nati tifosi di un club e che poi l'affetto professionista è prevalso su questo semplice feeling infantile. Inoltre, quando una persona cerca di fare qualcosa di cui non capisce niente fa male e quando una persona vicina a lui vuole fare l'addetto stampa del giocatore, controllare la sua attività sociale e questa persona non capisce niente di quello che è il mondo del calcio, lo fa male. Mario, secondo me, non è responsabile per queste cose che io definisco naif, io sono duro con lui in tante cose, quando credo che devo veramente farlo. Questo è il tipo di cose che un ragazzo naif che ha intorno a sè persone che non lo aiutano, si trovi in una situazione molto più difficile. Lo dico con un pizzico di polemica, ma i tifosi dell'Inter dovrebbero preoccuparsi di più se lui a 18 guida a 240 kilometri all'ora che se da bambino era o no milanista".


Mario è tra tutti i ragazzi, della sua età, che ha allenato uno dei più forti?
"Mario ha un potenziale fantastico. Carlos Alberto nel Porto a 18 anni è anche lui era un super fenomeno. Ho saputo che gioca che sta nel Vasco da Gama e cha arriverà di nuovo".


Che cosa vuol dire per Mourinho essere interista? 
"Pazza Inter significa che l'interista pazzo. Credo ci sia qualche collegamento tra le due cose. Io ho una passione pazzesca per quello che faccio e forse l'Inter ha un allenatore adatto alle caratteristiche della squadra e dell'interista".


A Vaduz, il preparatore dei portiere era in panchina nelle vesti di secondo portiere...


"Davvero? (ndr.: sorride) Non credo... In realtà, a Vaduz non ero molto concentrato perchè per la prima volta ho portato mio figlio in panchina. Suggeriva? No, perchè rispettava la situazione e capiva che anche un'amichevole era importante per il mio lavoro, ma durante il viaggio per tornare a Milano ho capito che lui ha visto tante cose e ne ha capite altrettante e questo, tra virgolette, mi preoccupa perchè la passione, prima o poi, arriva".